La sched(in)a
Titolo originale Alphaville, une étrange aventure de Lemmy Caution Lingua originale francese, inglese Paese di produzione Francia, Italia Anno 1965 Durata 99 min Dati tecnici B/N Genere fantascienza, noir Regia Jean-Luc Godard Soggetto Jean-Luc Godard Sceneggiatura Jean-Luc Godard Produttore André Michelin Casa di produzione Chaumiane Productions, Filmstudio Distribuzione in italiano Medusa Distribuzione Fotografia Raoul Coutard Montaggio Agnès Guillemot Musiche Paul Misraki
Il cast
Eddie Constantine: Lemmy Caution Anna Karina: Natacha von Braun Akim Tamiroff: Henry Dickson Howard Vernon: prof. Leonard Nosferatu (von Braun) László Szabó: ingegnere capo Christa Lang: seduttrice
Un po’ di storia
In un futuro imprecisato, l’agente segreto Lemmy Caution giunge sotto le mentite spoglie di Ivan Johnson, inviato del giornale Figaro-Pravda, nella città di Alphaville, capitale di un’altra galassia. Sul pianeta, ogni aspetto della vita quotidiana è regolato dal supercomputer Alpha 60, creato dal prof. Nosferatu, che bandisce ogni emozione individuale e ogni comportamento illogico. Gli abitanti devono essere controllati dall’ufficio apposito e sembrano tutti fra l’ebete e l’anaffettivo, con espressioni e voci piatte e disinteressate. Giunto in albergo, Caution viene accompagnato in stanza da una “seduttrice di grado 3”. Qui viene aggredito da un sicario, che fallisce miseramente, mentre la ragazza continua imperturbabile a fare il bagno. Scacciata in malo modo la prima ragazza, viene sostituita da una seconda, Natacha von Braun. Costei è la figlia del professor von Braun, lo scienziato di origine terrestre che Caution ha l’incarico di ricondurre con sé. L’uomo nel frattempo ha assunto a Alphaville l’identità di Leonard Nosferatu, il creatore di Alpha 60. La giovane prostituta non conosce neppure il significato della parola Amore perché determinati vocaboli sono soppressi, come nel Newspeech di George Orwell. Come prima mossa, Lemmy Caution prende contatto con Dickson, l’agente che lo ha preceduto; costui, incapace di sopportare la durezza della vita ad Alphaville, si è dato all’alcolismo e muore tra le braccia dell’agente ma non prima di aver consegnato a Lemmy caution un taccuino di appunti. Natacha lo accompagna a una cerimonia pubblica alla quale presenzia suo padre: una serie di esecuzioni capitali hanno luogo in una piscina al coperto, tra le evoluzioni acrobatiche di alcune nuotatrici. I giustiziati sono tutti cittadini di Alphaville che non hanno un comportamento rigidamente razionale, e che muoiono falciati da raffiche di mitra declamando dichiarazioni romantiche al pubblico che assiste.Caution prova a contattare il professore, ma viene pestato dagli agenti della scorta. Caution deve recarsi alla registrazione obbligatoria per gli stranieri, che consiste in un interrogatorio da parte di Alpha 60 durante il quale la macchina viene messa in difficoltà dalle risposte dell’agente; l’uomo può anche visitare i tecnici che sovrintendono al gigantesco computer. Anche Lemmy Caution comincia a essere disturbato da questa tensione razionalità/emotività; tornato in albergo, legge a Natacha, talmente abituata a questa vita senza emozioni da risultare affettivamente passiva, alcune poesie da un libro che gli ha dato Dickson; si tratta di Capitale de la douleur di Paul Éluard; la giovane “seduttrice di grado 3” rimane turbata dal fatto di non capire parole come “coscienza” e “amore”. Nel frattempo la missione è sull’orlo di una crisi intergalattica. I rapporti tra Alphaville e i “pianeti esterni” peggiorano drammaticamente, finché Alpha 60 dichiara la guerra. Lemy Caution viene catturato dagli uomini di Alpha 60 e portato di fronte ad Alpha60. Nell’ufficio di Nosferatu, Lemmy Caution spara al rpofessore e riesce a danneggiare irreparabilmente il supercomputer. Alphaville precipita nel caos poiché senza la guida onnipresente di Alpha 60 gli abitanti sono incapaci di muoversi o, senza controllo, sfugono con le loro auto a velocità folle. Lemmy Caution fugge via in auto portando con sé Natacha, che inizia ileprcorso di deprogrammazione con il pronunciare la frase “io ti amo” mentre varcano il confine esterno cittadino, metafora di una fuga da quel mondo da incubo.
Analisi
Considerarlo un film di fantascienza terribilmente riduttivo. Se si parte da questo asunto, il film assume un significato diverso e l’immaginario fantascientifico viene ricalibrato in funzione di un’immagine del presente spiazzante e feroce come in tutta la migliore produzine di SF. Goddard sfruutta le pieghe del bianco e nero per costruire una storia che,nella contraddittoria determinazione temporale e spaziale, assume i toni del noir. In questo senso, la scelta di Eddie Costantin come protagonista, volto di numerosi film di Lemmy Caution, è significativa di un’apparente continuità con il mondo del poliziesco alla francese e del cinema di spionaggio. Lo stereotipo della fantascienza classica, con l’eroe che arriva dall’esterno e porta al livello di rottura le contraddizioni di una società incapace di trovare una soluzione ai propri problemi, o epr lo meno affrontarli (si pensi ai classici Buck Rogers e Flash Gordon, per rester nelmondo del fumetto) è qui coniugata con il senso di disfacimento e il cupo pessimismo che il volto di Costantin,segnato dalle rughe, ben sottolineano. L’eroe non è un eroe tradizonale, è pieno di dubbi e di paura, affronta l’ordinata monotonia (si direbbe catatonia) di Alphaville con crescente irritazione mista ad ansia e tensione, spesso sfogata con la violenza gratuita. Goddard infarcisce il film di citazioni metafilmiche e di sperimentazioni linguistiche, utilizzando sapientemente le insegne al neon e i giochi di luce. Il finale con la fuga dei due protagonisti dalla città maledetta di Alphaville verrà citato, molti anni dopo, in Blade Runner, ma privato della speranza che il finale all’americana dovrebbe comportare (pensi ai tanti film di Chaplin con Charlot che si allontana verso uno sfondo lontano), almeno per i protagonisti, e con il messaggio, tutt’altro che ben augurante, della fuga da una città/inferno che è la metropoli di oggi, come nel film di Goddard, che diventa un’impresa disperata e senza speranza, perché l’androide è condannata a morire.
Recensioni
«Realizzato da un Godard al meglio della sua fase creativa […], il film è dominato da un gusto anarchico e ribelle. La scelta di catapultare il detective “duro” degli anni ’40 nella Parigi (o Alphaville) degli anni ’60 riflette l’utopistica possibilità di combattere con una ventata di libertà fracassona un perbenismo ipocrita e borghese. Constantine accetta con intelligenza di fare la parodia del proprio personaggio e tutto il film è in buona parte una parodia: una specie di mito di Orfeo nel quale l’uomo riporta alla vita (e alla fantasia) una ragazza (e la gioventù) liberandola da un mondo oppressivamente logico. Alphaville è un’escursione nel tempo e nello spazio intrapresa per smantellare una realtà presente. L’elemento fantascientifico, in ultima considerazione, non ha la rilevanza che a tutta prima ci si potrebbe aspettare […] Il film fotografa quartieri ed interni asettici, impersonali a suggerire una dimensione alienante ed opprimente. La logica che governa la città è frutto del lavorio ininterrotto di un potere cieco, il cervello elettronico che tutto dispone e controlla. L’uomo, in questo universo, è una parte del sistema da riprodurre in serie per l’ordinato funzionamento della macchina». Fantafilm ““Alphaville”, con cui Jean-Luc Godard vince d’Oro al festival di Berlino 1965, è un film crepuscolare, un gioco di forme plastiche immerse in un alone di luce lunare; un bianco e nero fortemente contrastato, una sfida alle tenebre, volti e forme scolpite da una luce incidente, effetti fortemente voluti e straordinariamente ottenuti” Franco Ricciardiello
Curiosità
Il film è una coproduzione franco-italiana. L’idea nasce dall’attore Eddie Constantine, il cui personaggio di Lemmy Caution, interpretato in sette pellicole tra il 1953 e il 1963, piace molto a Jean-Luc Godard, notoriamente appassionato di film di serie B Partendo dall’assunto che la città del futuro è già contenuta nella Parigi dei suoi tempi, Godard decide che l’estetica che gli serve per Alphaville è già presente negli esperimenti di “arte cinetica” del GRAV (Gruppo di ricerca d’arte visuale). nvece di costruire in uno studio di posa il suo futuro, Godard ricorre alla nuova architettura della trasformazione urbana di Parigi, in pieno svolgimento a metà anni Sessanta: la Ville Lumière contiene già in sé Alphaville. Per dare al film un’atmosfera particolare decide di girare non solo in bianco e nero, ma anche di notte, utilizzando una pellicola ultrasensibile. Dopo essere stato presentato al Festival dei Due Mondi di Spoleto e al III Festival di Fantascienza di Trieste, in Italia fu distribuito il 7 agosto 1965 e inizialmente vietato ai minori di 14 anni; la censura cinematografica acconsentì in seguito a rimuovere il divieto dopo alcuni tagli. In Italia fu trasmesso in televisione per la prima volta il 6 gennaio 1972 sul Secondo Programma della Rai, in concorrenza con la serata finale di Canzonissima 1971. Nella scena in cui Caution viene interrogato da Alpha 60, le citazioni sono molte: Henri Bergson (“Credo nei dati immediati della coscienza”); Blaise Pascal (“Il silenzio eterno degli spazi infiniti mi spaventa”); Friedrich Nietzsche (“Qual è il privilegio dei morti? Non morire più”). Inoltre, è presente anche un riferimento a Louis-Ferdinand Céline, quando il protagonista in taxi afferma che il suo è un “Viaggio al termine della notte”. L’universo totalitario e il controllo del linguaggio richiamano il romanzo 1984 di George Orwell. Spesso nel corso del film, compaiono le equazioni E=mc² e E=hf. Il professor von Braun (riferimento allo scienziato tedesco Wernher von Braun dal discusso passato) era conosciuto originariamente con il sinistro nome di Leonard Nosferatu (un chiaro tributo all’omonimo film vampiresco di Friedrich Wilhelm Murnau). Lo scomparso predecessore dell’agente si chiama come il noto detective dei fumetti, Dick Tracy, mentre i due agenti che scortano il protagonista sono Heckle e Jeckle, il nome di una coppia di cornacchie dell’animazione anni Cinquanta. Il nome Alphaville è stato ripreso dall’omonima pop band tedesca degli anni Ottanta.
Voto
voto 5 di 5 (Non per tutti, ma molto bello)
multimedia
Il trailer (in francese) https://youtu.be/1cQPFMXKTfY
Link esterni
La scheda di Agente Lemmy Caution: missione Alphaville (1965) da CarmillaOnLine La scheda di Agente Lemmy Caution: missione Alphaville (1965) da Wikipedia
La scheda di Agente Lemmy Caution: missione Alphaville (1965) da Fantascienza Italia La scheda di Agente Lemmy Caution: missione Alphaville (1965) da Quinlan, rivista di critica cinematografica