Nuova puntata della nostra rubrica dedicata al cinema di fantascienza realizzato fra la II Guerra mondiale e il 1990. Il nostro TARDIS personale, questa volta, si ferma quasi al limite cronologico inferiore, nel lontano ma non troppo 1987, per un film coprodotto in Italia dalle tematiche sociologiche importanti eppure passato inosservato, a voi lettori decidere se giustamente o no (io, la mia, la dico più sotto): Il giorno prima (1987)
La sched(in)a
Titolo americano: Control
Paese di produzione Italia, Francia, Canada
Anno 1987
Durata 107 min
Genere drammatico, thriller
Regia Giuliano Montaldo
Soggetto Piero Angela
Sceneggiatura Piero Angela, Jeremy Hole, Giuliano Montaldo, Brian Moore
Produttore Franco Cristaldi
Fotografia Armando Nannuzzi
Montaggio Ruggero Mastroianni
Musiche Ennio Morricone
Scenografia Luciano Ricceri
Costumi Nanà Cecchi
Il cast
Ben Gazzara: Mike Zella
Kate Nelligan: Sarah Howell
Kate Reid: Camille Dupont
Burt Lancaster: Dr. Herbert Monroe
Ingrid Thulin: Sig.ra Havemeyer
Erland Josephson: Sig. Swanson
Cyrielle Clair: Laura Swanson
William Berger: Sig. Peterson
Jean Benguigui: Max Bloch
Andréa Ferréol: Rosy Bloch
Lavinia Segurini: Eva Bloch
Flavio Bucci: Herman Pundt
Zeudi Araya: Sheba
Amy Werba: Greta Hellstrom
Andrea Occhipinti: Matteo
Alfredo Pea: Dr. Paul Benoit
Dean Magri: Jamie Howell
Helmut Hagen: sottosegretario Gunther
Peter Boom: assistente di Monroe
Un po’ di storia
In una conferenza stampa in Germania, il professor Monroe presenta un progetto speciale che riguarda le condizioni di sopravvivenza in un bunker atomico. Quindici volontari accettano di farsi rinchiudere per venti giorni in un rifugio antiatomico per testare gli effetti di una simile situazione sul comportamento umano. Sono presenti un ingegnere con le funzioni di capo-rifugio; Michel, un giornalista che sarà il cronista dell’avvenimento; Saba, una fotomodella; un giovane pittore; un’anziana nobildonna; un giovane medico; una commessa; una pacifista con il figlio; Hans, uno spregiudicato affarista con la moglie; una famiglia israelita composta da padre, madre e una figlia, un impiegato postale. La forzata convivenza, al reclusione e qualche momentaneo malfunzionamento incrinano la compattezza del gruppo e contribuiscono alla formzaione di gruppi fra i partecipanti all’esperimento.
I partecipanti hanno le reazioni più imprevedibili quando vengono a sapere, attraverso la televisione installata nel bunker, che un oggetto volante è sttao avvistato verso la Germania, che è forse un missile atomico diretto proprio sulla città in cui si trovano.
Quando la televisione trasmette le scene di masse di gente impazzita nella città, una parte della quale preme, batte ed implora alla porta del bunker. La radio non funziona più: i quindici volontari sono ora divisi tra coloro, capeggiati da Michel, che per ragioni umanitarie vorrebbero aprire e quelli, capeggiati da Hans, che egoisticamente pensano solo alla propria sopravvivenza.
Quando ormai l’esperimento sta per mutarsi in tragedia (già Saba si è tagliata le vene e si sta dissanguando), i martelli pneumatici aprono dal di fuori il portellone blindato. Il professore Monroe annuncia che tutto è finito e che non c’è alcun conflitto nucleare. I volontari tornano liberi: hanno fatto da cavie, ne è stata accertata la resistenza, ma essi serbano per sempre nella memoria quei momenti di terrore trascorsi nel bunker.
Analisi
Il connubio tra cinema e tv di stato, molto attivo negli anni ’80, nasce intorno a chiari intenti didattici. La Rai sembra assolvere alla funzione di servizio pubblico producendo fiction che contribuiscano al dibattito socio-culturale. Quello che ne viene fuori è una sorta di “meticciato cine-televisivo” (come riporta Quinlan) che si traduce ne Il giorno prima in una vera e propria ibridazione stilistica fra struttura televisiva e strategie e tecnica (e budget, non va dimenticato) cinematografico. Forse per sottolineare il rischio globale insito nella minaccia atomica, Rai, Franco Cristaldi e Giuliano Montaldo arruolano nel progetto un cast d’attori cosmopolita e di altissimo prestigio (“che – scrive ancora Quinlan – nel suo ricco ensemble sembra richiamare anche modelli da disaster movie anni Settanta”). Ci sono infatti sia vecchie glorie, sia grandi attori ancora sulla cresta dell’onda, mescolati a qualche attore italiano di talento, qualche giovane promessa e, per non farsi mancare proprio nulla, anche qualche caratterista di navigata esperienza di casa nostra.
Dietro al collaudo degli ultimi modelli di rifugio si nasconde, si scopre al termine del film, un esperimento sociologico, non è chiaro se sulla reclusione o sull’ansia per la bomba atomica. Forse, negli anni ’80, il film poteva avere almeno un impatto voyeuristico maggiore, ma al di là di questo sbirciare nella vita e nelle dinamiche di persone recluse, soluzione ormai abusata dalla TV (vedi Grande Fratello), nel film c’è molto poco, il che porta il film decisamente lontano dall’intento pedagogico che si poneva il film senza, peraltro, prourre altri efeftti, per quanto indesiderati, a parte un po’ di noia.
Recensioni
Ideato da Piero Angela che ha anche collaborato alla sceneggiatura, confortata dalla consulenza di altri cinque esperti, è un film faticosamente costruito, curato nei particolari, con una affiatata compagnia internazionale di attori. Non mancano le banalità tra cui quella, imperdonabile, di un adulterio consumato sul posto.
Il Morandini
Un test su un microcosmo di umanità prigioniera della paura in un soffocante ambiente che dovrebbe garantire la salvezza: pur non essendo nuovo, il tema è sviluppato da Montaldo in chiave drammatica e senza molte concessioni allo spettacolo. Il taglio televisivo (il film fu prodotto per la TV) conferisce alla storia la secchezza di una cronaca documentaristica ed il cast di ottimi professionisti sa ritrarre con sensibilità l’allucinante condizione psicologica dei personaggi, dapprima comunissimi cittadini borghesi e poi, a mano a mano che il dubbio cresce, individui abbrutiti in lotta contro le proprie convinzioni o pateticamente abbandonati alla cieca follia.
Fantafilm
Quindici cavie per un bunker antiatomico: ma mentre sono dentro arriva un vero allarme nucleare. Al netto delle intenzioni pacifiste e del cast stellare (sprecato), la storia (scritta da Piero Angela) potrebbe anche avere un suo interesse: peccato per una sceneggiatura zeppa di banalità, sciocchezze (una tv dentro il rifugio?), retorica e infarcimenti narrativi di sconcertante nullità drammatica. Ci si mette poi una regia totalmente inesistente a scavare la fossa a un film inguardabile. Lievissimo brivido al colpo di scena finale.
Pigro per ilDavinotti online
Voto
voto 2 di 5 (Buono il cast, buoni gli intenti ma…)
multimedia
Il trailer (in inglese)
Il film in italiano
oppure
https://www.raiplay.it/programmi/ilgiornoprima
Link esterni
La scheda di Il giorno prima (1987) da Wikipedia
La scheda di Il giorno prima (1987) da Coming Soon
La scheda di Il giorno prima (1987) da
La scheda di Il giorno prima (1987) da Coming Soon
La scheda di Il giorno prima (1987) da
La scheda di Il giorno prima (1987) da Quinlan Blog
La scheda di Il giorno prima (1987) da ilDavinotti online
La scheda di Il giorno prima (1987) da CineDataBase