Questa domenica, come ormai saprete tutti, è Natale, per cui abbiamo pensato di anticipare la puntata domenicale della nostra rubrica più longeva al sabato. In questa occasione, come di consueto per le puntate prefestive, ci diamo alla comicità e all’ironia: la rubrica, infatti, percorre il suo viaggio nella memoria fra i sogni (e gli incubi) dell’immaginario fantascientifico cinematografico degli anni passati soffermandosi su un film di casa nostra che, spero, strapperà qualche sorriso, anche se amaro, ai miei fedeli lettori: Il disco volante (1964).
La sched(in)a
Paese di produzione Italia
Anno 1964
Durata 83 min (2432 metri)
Dati tecnici B/N
Genere commedia, satirico, fantascienza
Regia Tinto Brass
Soggetto Rodolfo Sonego
Sceneggiatura Rodolfo Sonego
Produttore Dino De Laurentiis
Fotografia Bruno Barcarol
Montaggio Tatiana Casini Morigi
Musiche Piero Piccioni
Scenografia Elio Costanzi
Costumi Gianni Polidori
Produzione Dino de Laurentiis Cinematographica
Il cast
Alberto Sordi: Vincenzo Berruti/Dario Marsicano/don Giuseppe/conte Momi Crosara
Silvana Mangano: Vittoria
Monica Vitti: Dolores
Eleonora Rossi Drago: Clelia
Gianluigi Crescenzi: Fantuzzi
Alberto Fogliani: carabiniere
Liana Del Balzo: madre di Dolores
Carlo Mazzarella: cronista
Lello Bersani: cronista
Graziella Polesinanti: contessa Crosara
Guido Celano: cognato di Vittoria
Lars Bloch: fisico
Piero Morgia: appuntato
Albino Principe: vescovo
Erika Blanc: comparsa
Un po’ di storia
In un piccolo paese del Veneto, qualcuno sostiene di aver visto scendere dal cielo un disco volante. A seguito di una inchiesta televisiva sulla presunta notizia, il brigadiere dei carabinieri Berruti è obbligato a svolgere le indagini dai superiori. Le ricerche vengono portate avanti con solerzia e acriticamente dai carabinieri, con pochi risultati.
La notte successiva, durante un temporale, il parroco, ubriacone, mentre rientra in canonica, vede l’UFO atterrare e gli alieni scendere e poco dopo anche una coppia di adulteri con l’auto in panne entra in contatto con l’UFO. Infine una povera contadina vedova cattura un alieno penetrato nella piccola stalla e cerca di venderlo alla nobildonna del paese prima e al figlio epilettico dopo. Uno dei due adulteri viene scambiato per matto e sottoposto ad elettroshock perché l’amante preferisce negare qualunque coinvolgimento. La contadina viene quasi arrestata per circonvenzione di incapace (il conte Crosara è stato interdetto dalla madre) e il prete inviato a curarsi altrove dal vescovo. Un’aliena compare durante la festa di chiusura del Carnevale e viene arrestata mentre una segnalazione anonima attira il brigadiere al palazzo della nobildonna Costara, che lo minaccia apertamente. Infatti, dai superiori viene costretto a rinunciare alle indagini. Mentre però sta portando in carcere la donna aliena, un UFO atterra e l’aliena vi si rifugia. Il brigadiere la segue e riceve un messaggio per l’umanità mentre gli alieni ripartonoma anche lui, come tutti i personaggi coinvolti nel caso, finisce in manicomio.
Analisi
Con un taglio prima documentaristico poi da commedia all’italiana, osserviamo l’arrivo di un gruppo di alieni in un paesino del profondo Veneto. La trama utilizza l’elemento fantascientifico – la venuta di extraterrestri nella campagna veneta – per una satira di costume sulla società italiana dell’epoca.
L’ambiente provinciale viene evidenziato da un marcato uso del dialetto veneto. Gradatamente, il film diventa una commedia dai tratti surreali, Gli alieni sono per lo più coerenti con l’immaginario anni ’50 e ’60, anche se piuttosto surreali nei loro scafandri. Non mancano né le interpretazioni sopra le righe di Alberto Sordi, né alcuni siparetti che parodizzano il cinema neo-realista.
Sordi dà voce e corpo a quattro personaggi, tutti un po’ paradossali e sopra le righe, come suo costume agli esordi:
1) il parroco Don Giuseppe, prete ubriacone,
2) il brigadiere, un po’ tonto ma, asuo modo, integerrimo,
3) il conte, personaggio eccentrico e velatamente omosessuale, costretto ad una relazione con una fidanzata imposta dalla madre, donna forte e attaccata alle proprietà,
4) il Marsicano, piccolo borghese meschino, commediografo fallito e amante della moglie del sindaco.
La regia è solida e la trama, per quanto surreale, è decisamente scorrevole e ben giocata.
Recensioni
«Tinto Brass si serve della fantascienza per imbastire una satira di costume. Il suo obiettivo punta sui vizi segreti della provincia italiana del Nord Est ricco e conservatore. Preti e contadini, nobiluomini e nobildonne, rappresentanti della legge e scemi del villaggio, costituiscono le diverse sfaccettature di una borghesia campagnola e cittadina gradita al potere fin quando si mantiene in silenzio, ma inaccettabile quando imprudentemente lascia scoprire una identità corrotta o anticonformista. All’uscita, il film non riscosse molto successo ed oggi, più che per i contenuti, viene ricordato per la presenza di un cast eccezionale dominato dal mattatore Sordi che interpreta con maestria i quattro ruoli […]»
(Fantafilm)
Curiosità
Alberto Sordi interpreta quattro diversi ruoli.
Alcuni temi musicali presenti nella pellicola saranno ripresi nei film Fumo di Londra del 1966 e Io e Caterina del 1980 entrambi di e con Alberto Sordi.
Voto
voto 5 di 5 (Ancora, per molti versi, attuale, sicuramente godibile)
multimedia
Il film in italiano
Tanti auguri Disco Volante: Tinto Brass racconta
(Un’intervista in esclusiva a Tinto Brass sul suo film cult)
Link esterni
La scheda di Il disco volante (1964) da Fantafilm
La scheda di Il disco volante (1964) da Wikipedia
La scheda di Il disco volante (1964) da IMDB.com
La scheda di Il disco volante (1964) da Film Affinity
La scheda di Il disco volante (1964) da Ipercubo