Ben ritrovati.
Nuova puntata della rubrica di fantascienza dei (bei?) tempi andati.
Questa volta, affrontiamo un tema molto amato dalla fantascienza fin dai tempi delle origini. Il film, infatti, si ispira, in modo molto libero, all’omonimo romanzo di sir Arthur Conan Doyle, di cui riprende il tema della “terra al di fuori del tempo”, per citare un altro celebre esemplare della stessa tipologia. Il film, neanche a dirlo, si intitola proprio “Il mondo perduto” (1960).

La sched(in)a
Titolo originale The Lost World
altri titoli Sir Arthur Conan Doyle’s The Lost World
Paese di produzione Stati Uniti d’America
Anno 1960
Durata 97 min
Genere avventura, fantascienza
Regia Irwin Allen
Soggetto Arthur Conan Doyle (romanzo)
Sceneggiatura Irwin Allen, Charles Bennett
Casa di produzione 20th Century Fox
Distribuzione in italiano Fox
Il cast
Claude Rains: Professor George Edward Challenger
David Hedison: Edward Malone
Richard Haydn: Professor Leo Summerlee
Michael Rennie: Lord John Roxton
Jill St.John: Jennifer Holmes
Fernando Lamas: Manuel Gomez
Ray Stricklyn: David Holmes
Jay Novello: Costa
Ian Wolfe: Burton White
John Graham: Stuart Holmes
Colin Campbell: Professor Waldron
Vitina Marcus: Ragazza indigena
Un po’ di storia
Il rude e arrogante professor George Challenger, eminente biologo ed antropologo, è appena tornato dal Sudamerica, dove ha scoperto l’esistenza di un altopiano nascosto nella foresta amazzonica abitato da dinosauri sopravvissuti all’estinzione. Durante la conferenza stampa di annuncio, il professore, privo di prove concrete, viene deriso e screditato; così decide di sfidare la comunità e la Società Zoologica londinese ad organizzare una nuova spedizione per raccogliere prove della scoperta. La sfida viene raccolta e si forma una squadra composta dall’odiato rivale del professor Challenger, il professor Leo Summerlee, dal giovane giornalista Edward Malone (che ha avuto uno screzio all’arrivo dell’aereo di Challenger col professore), il cui capo-redattore è uno dei finanziatori della spedizione oltre che padre di un altro membro della spedizione, la giovane e viziata Jennifer Holmes, e il ricco cacciatore e finanziatore della spedizione lord John Roxton, che fornirà l’altra metà delle spese di spedizione.
In Brasile vengono accolti da Jennifer e dal fratello, David Holmes, giunti con un altro aereo con l’inganno, e da due guide locali, Manuel Gomez e Costa. La donna e il ragazzo costringono un Challenger visibilmente contrariato farli unire al gruppo, malgrado le uscite alquanto misogine del giornalista e del cacciatore, invischiati in un pericoloso triangolo con la donna. La squadra così composta raggiunge facilmente l’altopiano grazie ad un elicottero ma subito la situazione si mette male: durante la notte, un essere gigantesco, forse un dinosauro, travolge il campo distruggendo elicottero e radio. Il girono dopo, in perlustrazione, la squadra trova delle enormi impronte e, subito dopo, un dinosauro (in realtà, una iguana). Challenger scivola ma intravede una ragazza locale. Il giornalista si getta all’inseguimento lungo una galleria fatta di ragnatele al cui centro un gigantesco ragno verde e nero aspetta i malcapitati. Mentre la ragazza fugge, il giornalista spara al ragno che cade a terra morto, quindi ritorna dal gruppo con l’indigena che scatena la rivalità fra il lord cacciatore e il giornalista. Roxton trova il diario di Burton White, che rivela nuove informazioni su Lord Roxton e su una spedizione svoltasi tre anni prima.
Lui non ha detto tutto sulle sue motivazioni: il primo è già stato sull’acrocoro 3 anni prima e vi ha abbandonato alcuni compagni in cerca di diamanti, il secondo, in realtà, è il fratello di uno dei dispersi in quella precedente. L’altra guida, nel frattempo, adocchia la ragazza e cerca di aggredirla ma questa riesce a sfuggirgli e incontra il ragazzo, con cui si intende a segni.
Gomez viene aggredito e derubato del fucile, con cui viene ferito Lord Roxton. Approfittando della confusione, la ragazza fugge. Il gruppo si divide per ritrovarla e la ragazza e il giornalista vengono inseguiti dal solito dinosauro/iguana e solo l’arrivo di un altro dinosauro (questa volta una lucertola con creste posticcie), con conseguente scontro, salva i due. Quando però ritornano alla base, non trovano nessuno. Il fratello ricompare e racconta della cattura degli altri membri della spedizione da parte dei guerrieri della tribù locale, giusto in tempo perché gli indigeni catturino anche loro tre e li conducano, come nel mpeggiore dei film di avventura esotica, nel loro villaggio, con tanto di tamburi rullanti e fiamme crepitanti. La ragazza indigena, però, interviene e li libera, guidandolil poi, lungo una stretta rientranza della montagna, inseguiti dalla tribù. Il gruppo trova un riparo e qui incontra l’unico superstite della spedizione, che rivela la tremenda fine della spedizione compreso il fratello di Manuel Gomez, una delle due guide. La ragazza li guida lungo un tortuoso e pericoloso percorso, che li conduce alla “tomba dei dannati”, protetta da rampicanti carnivori, e all'”antro di fuoco”, dove trovano i diamanti, Gomez tenta di vendicarsi ma viene fermato e salvato da Lord Roxton, mentre il gruppo affronta l’ennesima lucertolona ed è proprio Gomez a sacrificarsi per salvare tutti dalla lucertolona.
Tra le ormai continue scosse di terremoto, inseguito dai poco ospitali padroni di casa, il gruppo dei superstiti con la ragazza del posto raggiunge la salvezza appena in tempo per assistere da lontano alla tremenda eruzione che distrugge per sempre il mondo perduto. Ma Challenger ha salvato un uovo di dinosauro che si schiue, rivelando un piccolo dinosauro, unica prova dell’ormai distrutto mondo perduto.
Analisi
Il film prende ampio spunto, anche se con molta libertà, dal romanzo omnimo del creatore di Sherlock Holmes, sir Arthur Conan Doyle, ripartendo dalla fine del romanzo e spostando l’ambientazione nei primi anni ’60 (in un’ambientazione, quindi, coeva al film). L’aggiornamento, comunque, serve solo a giustificare qualche dotazione tecnologica “futuristica” e la presenza di aeroplani, elicotteri e jeep. Per il resto, il film si imbarca nello stesso meccanismo del romanzo, l’esplorazione di una zona del mondo assolutamente sconosciuta in cui sono ancora vivi dinosauri e altre creature del lontano passato. Anche se con un po’ di mix poco gradito già all’epoca ai paleontologi, i pochi elementi scientifici sono aprezzabili, anche se le teorie sono in gran parte superate dalla ricerca. Il film ha una regia robusta ma tradizionale. Gli attori sono sopra la media ma mai sopra le righe, compreso Claude Reins, alle prese con un problematico, egocentrico e scontroso professor Challenger, uno dei personaggi più diffiicli da rendere del cinema.
Da un punto di vista narrativo, l’elemento esotico è predominante, come nella costruzione dell’ambientazione, in cui si confondono umani, sedicenti dinosauri, insetti, ragni e piante gigantesche, secondo un immaginario che, più che affidrasi alle note scientifiche che, nel tempo passato dall’era vittoriana di Conan Doyle agli anni ’60 della Swingin’ London sono andate molto avanti, riprende il modello originle, a sua volta frullato delle teorie teosofiche imperanti. Da notare la scelta, abbastanza diffusa nel cinema di genere, di cancellare queste resistenze arcaiche (anche in questa versione, come in Lost Continent del 1951 e nella Land that time forgot citata in premessa, l’isola, pianoro, continente si autodistrugge dopo la visita deglie sploratori occidentali) seguendo lo spirito della razionalizzazione occidentale che esamina e, nel farlo, riduce il fantastico al consueto, allo scientificamente misurabile e dimostrabile. Inq uesto senso, anche i rapporti con l’elemento femminile sono abbastanza stereotipati, mentre l’altro viene ridotto a puro folklore (i nativi vengono presentati attraverso un’acozzaglia di elementi folklorici presi dalle tradizioni di diverse poolazioni conquistate dall’Occiente). Anche i complessi rapporti all’interno del gruppo sono orientati alla tradizionedell’eroe, del sacrificio, dell’onore fra pari, comedimostra Gomez che, dopo aver tentato di vendicre il fratelllo, si sacrifica per ricambiare l’essere stato salvato proprio da Lord Roxton, l’uomo che voleva uccidere.
Detto questo, il film funziona bene e, pur rimanendo negli stereotipi del genere e non presentando novità di alcun genere, è ancora godibile.
Recensioni
“Scienziato torna da un’esplorazione in Amazzonia con una notizia sensazionale: in una regione da lui scoperta vivono esemplari di dinosauri e altri bestioni creduti estinti. Questo film di fantascienza preistorica del produttore-regista I. Allen è un rifacimento del vecchio Lost World (1925) di Harry Hoyt. Tratto dal romanzo di Arthur Conan Doyle (il “papà” di Sherlock Holmes), è un remake che funziona poco”
Il Morandini
“Dopo un avvio umoristico (il coriaceo Challenger che prende ad ombrellate in testa il giovane giornalista, o che dimentica il sigaro acceso nel taschino della giacca) il film si sfilaccia strada facendo e la fuga dei protagonisti dal mondo perduto, ricostruito alla meno peggio in studio, sembra riflettere l’ansia degli attori (prestigiosi) di uscire indenni al più presto da un film riuscito soltanto a metà”
Fantafilm

Voto
4,5 su 5 (regge al passare del tempo molto bene, malgrado gli effetti speciali risibili)
Multimedia
Il film in inglese
https://archive.org/details/thelostworld_201909
Link esterni
da IMDB.com: https://www.imdb.com/Name?tt0054038
da Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Mondo_perduto_(film)
da Cinematografo.it: https://www.cinematografo.it/film/mondo-perduto-plaa9er0
Da Film Affinity: https://www.filmaffinity.com/en/film985781.html
Da ilDavinotti online: https://www.davinotti.com/film/mondo-perduto/13888