Storie di Scuola puntata 4: Educazione civica fra (disin)Formazione e Scuola dell’Infanzia

Nuova puntata dedicata alla nuova Educazione civica. L’ultimo almeno per ora, sguardo alla nuova disciplina ci porta in un ambito del tutto nuovo per questa competenza trasversale, la Scuola dell’Infanzia, e ci permette di osservare il piano di formazione/informazione connesso all’introduzione dell’Educazione civica.

Educazione civica e scuola dell’infanzia

L’educazione civica nella Scuola dell’Infanzia è forse la novità più clamorosa e più difficile “da digerire”. Se, da un lato, l’avvio precoce della sensibilizzazione ai tempi dell’educazione civica non può che essere plaudito, perché aumenta le possibilità di risultati positivi, d’altra parte lascia perplessi come si possa gestire le tematiche indicate dal Ministero con alunni così piccoli. Il documento ministeriale, in proposito, sembra prevedere le possibili perplessità, e infatti il testo parla di iniziative di sensibilizzazione e di primo approccio alla cittadinanza responsabile, iniziative che coinvolgono tutti i campi di esperienza individuati dalle Indicazioni nazionali per il curricolo che concorrono “al graduale sviluppo della consapevolezza dell’identità personale, del riconoscimento dell’identità altrui, delle affinità e delle differenze che caratterizzano le persone, della progressiva maturazione del rispetto di sé e degli altri, della salute, del benessere e della prima conoscenza dei fenomeni culturali”.

Attraverso gli strumenti metodologici caratterizzanti l’attività didattica della Scuola dell’Infanzia (ad esempio le attività ludiche, le routines instaurate, ma anche “attività educative e divertenti”), i bambini devono essere guidati all’esplorazione dell’ambiente in cui vivono. Dietro la raccomandazione per e un approccio concreto ed attivo all’apprendimento, si cela, neanche poi tanto velata, la necessità di far maturare nei bambini, liberamente e progressivamente, atteggiamenti di curiosità, interesse, rispetto per le forme di vita e per i beni comuni. L’importante è favorire approcci concreti che mettano i bambini dinanzi a situazioni reali e li aiutino ad affrontare, nel modo più giusto, i problemi della società, sia digitale che reale.

Questi obiettivi si possono raggiungere attraverso due strategie sostanzialmente convergenti:

la promozione di azioni nel proprio contesto di vita, a scuola, in famiglia, con gli amici,

il coinvolgimento in compiti. A puro titolo informativo, si potrebbe pensare a compiti del tipo

  • la pulizia e il buon uso dei luoghi in cui si vive
  • la custodia dei sussidi
  • le prime forme di partecipazione alle decisioni comuni
  • l’organizzazione del lavoro comune.

Anche in relazione all’uso consapevole dei social media e della rete in generale, il MI suggerisce e supporta un’azione di progressiva consapevolezza: la normativa suggerisce infatti la creazione di uno spazio specifico da dedicare alla “inizializzazione virtuosa ai dispositivi tecnologici”, con lo scopo di far emergere nei bambini la consapevolezza relativa ai comportamenti positivi ed ai possibili rischi che derivano dal distorto utilizzo della strumentazione digitale e della rete.

Il Piano di Formazione dei docenti

L’implementazione dell’insegnamento trasversale di educazione civica in tutte le classi del primo e del secondo ciclo di istruzione è stata una novità troppo radicale, anche rispetto al contesto della scuola italiana ed al vissuto della disciplina, per non rendere necessaria ed improrogabile una attività di informazione/formazione. La nuova Educazione civica, se si vuole che attecchisca e non rimanga lettera morta o venga “digerita” dal sistema che tende a “normalizzare” le innovazioni piovute dall’altro, ha bisogno di essere sostenuta e valorizzata con iniziative di accompagnamento nelle/per le singole scuole. Il MI ha dunque compreso che si rende necessaria “un’adeguata formazione dei docenti sugli obiettivi, sui contenuti e sulle metodologie che possono accompagnare lo sviluppo di pratiche didattiche virtuose ed efficaci”.

Il Ministero dell’Istruzione, con nota n. 19479 del 16 luglio 2020, ha comunicato il Piano nazionale di formazione dei docenti, con l’individuazione di destinatari, forme, contenuti e “governance territoriale” dell’intero impianto formativo. Per rendere più strutturato e meno dispersivo il sistema di formazione, è stata pensata un’attività in due fasi, rispettivamente gestite dagli Istituti capofila per il PNF e dalle singole realtà scolastiche. In prima battuta, i moduli formativi sono destinati ad uno dei coordinatori per l’educazione civica previsti dall’art. 2, comma 5, della Legge n. 92/2019, individuato sulla base dei criteri approvati dal Collegio dei docenti, con funzione di referente. I compiti del referente sono:

  • favorire l’attuazione dell’insegnamento di educazione civica;
  • promuovere azioni di tutoring, di consulenza, di accompagnamento, di formazione e supporto alla progettazione nei confronti dei colleghi;
  • facilitare lo sviluppo e la realizzazione di progetti multidisciplinari e di collaborazioni interne fra i docenti, assicurando sempre la trasversalità dell’insegnamento.

Ogni modulo formativo dedicato ai referenti (massimo 30 partecipanti), di durata non inferiore a 40 ore, un'”unità formativa’’, è articolato in almeno 10 ore di lezione/interventi di esperti, anche attraverso piattaforme on line, e in ulteriori 30 ore di tutoraggio, formazione, supporto e supervisione ai colleghi delle scuole di appartenenza.

I moduli formativi dovranno

  1. approfondire lo studio dei tre nuclei concettuali (Costituzione, Cittadinanza digitale, Sostenibilità ambientale), gli scenari di riferimento e le loro connessioni;
  2. prevedere esempi di elaborazione di curricoli, con indicazione degli obiettivi specifici di apprendimento e dei traguardi di sviluppo delle competenze;
  3. proporre esempi di griglie osservative e di rubriche di valutazione, applicative dei criteri deliberati dal Collegio dei docenti;
  4. promuovere modalità organizzative adeguate ai diversi percorsi ordinamentali.

Per quanto rigarda la formazione dei docenti di Scuola dell’Infanzia, essa convergerà sulla sperimentazione di metodologie dedicate all’esplorazione dell’ambiente, con un’attenzione specifica per il rispetto delle diverse forme di vita e dei beni comuni, nonché su un primo approccio ad un uso consapevole dei dispositivi tecnologici.

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