Storie di scuola puntata 03: la nuova Educazione civica fra valutazione e coordinamento fra docenti

L’insegnamento dell’educazione civica. così come è stato configurato dal legislatore, si diceva, è un insegnamento trasversale, il che propone non pochi problemi, come già abbiamo visto nelle puntate precedenti. Un’ulteriore problematica, non di poco conto, soprattutto nella Scuola secondaria, è la valutazione della disciplina. La nuova Educazione civica, infatti, è oggetto anch’essa di valutazione periodica e finale ai sensi del D.Lgs.vo n. 62/2017 per il primo ciclo e del DPR n. 122/09 per il secondo ciclo, né più né meno delle altre discipline. Ma, a differenza delle altre discipline, essa non ha un docente designato che gestisce l’intero percorso della valutazione, dall’ideazione delle prove di verifica alla valutazione sommativa finale. Come abbiamo detto, infatti, è il coordinatore dell’insegnamento che propone al Consiglio di classe, il voto. Ma su che basi?

Ripensare la valutazione

Al riguardo, le disposizioni non sono, ovviamente, chiare e definite. Il margine di autonomia decisionale delle Istituzioni scolastiche non può essere travalicato, anche perché le competenze sulla valutazione sono inderogabilmente assegnate dalla normativa vigente al Collegio dei Docenti. E saranno appunto i Collegi dei Docenti ad integrare opportunamente i criteri di valutazione già deliberati per le singole discipline e inseriti nel PTOF in modo da farvi ricomprendere anche l’insegnamento dell’Educazione civica così come è stato presentato finora. Chi, cosa e come valutare? La valutazione, intanto, dovrà essere condotta “in coerenza con il quadro di conoscenze, abilità e competenze indicate nel curricolo di educazione civica”.

Come è un altro paio di maniche. Perché, per valutare le competenze, non bata una prova di verifica, occorre anche elaborare appositi strumenti opportunamente condivisi, quali rubriche e griglie di osservazione. Il tutto nell’ambito della più ampia condivisione. E’ solo così, infatti, che, al momento dello scrutinio, il coordinatore dell’Educazione civica potrà fornire una proposta di valutazione. Infatti, in sede di scrutinio, è compito del docente coordinatore formulare la proposta di valutazione da inserire nel documento di valutazione, ma questi non può certo formularla in base a criteri personali e aleatori. La valutazione dovrà poggiare su strumenti condivisi, acquisendo elementi conoscitivi dai docenti del team o del Consiglio di Classe cui è affidato, ricordiamolo ancora una volta (repetita juvant, no?), l’insegnamento dell’Educazione civica.

Come si svolge la formulazione della valutazione in seno allo scrutinio? Come per tutte le altre discipline. Infatti, la normativa non prevede soluzioni differenti da quelle adottate per le altre materie. Così, per gli studenti della scuola secondaria di primo e di secondo grado, il voto verrà quindi espresso in decimi; per gli alunni della scuola primaria, in coerenza con quanto disposto dal recente Decreto Legge n. 22/2020 convertito con modificazioni dalla Legge n. 41/2020, il docente coordinatore propone l’attribuzione di un giudizio descrittivo, da riportare nel documento di valutazione, elaborato sulla scorta dei criteri di valutazione indicati nel PTOF.

Ma non è finita qui perché, come è facile comprendere, anche la valutazione del comportamento che il Consiglio di Classe formula in sede di scrutinio deve tenere conto delle competenze conseguite nell’ambito del nuovo insegnamento, tanto nel primo quanto nel secondo ciclo di istruzione.
Il voto di educazione civica concorre all’ammissione alla classe successiva e all’esame di Stato conclusivo del primo e del secondo ciclo di istruzione; nelle classi terze, quarte e quinte della scuola secondaria di secondo grado, la citata valutazione concorre anche all’attribuzione del credito, ma questa è un’altra storia. Ancora una volta, la riforma dà alle Istitutzioni scolastiche lo spunto per un ripensamento di ruoli e processi in funzione di una maggiore aderenza al dettato costituzionale che inquadra il processo di valutazione all’interno del più ampio Diritto allo studio. Resta da vedere come le scuole si adatteranno a questa novità, se inglobandola nella routine individualistica imperante o utilizzandola come volano per un cambiamento in direzione della condivisione. Una prospettiva a lungo termine, comunque, perché il legislatore ha predisposto un triennio di introduzione al termine del quale si procederà ad una disamina critica e agli (eventuali) interventi correttivi. Fin qui le scuole del I e II ciclo. Ma la novità più interessante è l’inserimento dell’insegnamento dell’Educazione civica anche a livello di Scuola dell’Infanzia. Come starà andando. Ma di questo parleremo la prossima volta…

Nella prossima puntata ci sarà una breve ricognizione su opportunità e limiti dell’Educazione civica nella Scuola dell’Infanzia

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...